- Thaise Bacelar
- 11 Luglio 2018
I mercati di Palermo: Vucciria, Capo e Ballarò

I mercati di Palermo.
“La più parte de’ mercati giace tra la moschea di ‘Ibn Siqlȃb e questo Quartier Nuovo: per esempio il mercato degli oliandoli (commercianti d’olio, ndr) che racchiude tutte le botteghe de’ venditori di tal derrata. I cambiatori e i droghieri soggiornano anch’essi fuori le mura della città; e similmente i sarti, gli armaiuoli, i calderai, i venditori di grano e tutte quante le altre arti. Ma i macellai tengono dentro la città meglio che centocinquanta botteghe da vender carne; e qui (tra i due quartieri testè nominati) non ve n’ha che poche altre. Questo (grande numero di botteghe) mostra la importanza del traffico suddetto e il grande numero di coloro che lo esercitano. Il che puossi argomentare dalla vastità della loro moschea; nella quale, un dì ch’era zeppa di gente, io contai, così in aria, più di settemila persone: poiché v’erano schierate per la preghiera più di trentasei file, ciascuna della quali non passava il numero di dugento persone…” (Biblioteca arabo-sicula, trad. M. Amari, 1880)
Così descrisse nei suoi appunti di viaggio Ibn Hawqal, un mercante di Bagdad, alla fine del X secolo l’assetto dei mercati di Palermo. I mercati storici palermitani rappresentano il luogo ideale per un autentico tuffo nel passato e nelle tradizioni più antiche del suo popolo. Da sempre situati nel cuore dei centri urbani, perché luoghi privilegiati non solo per lo scambio delle merci ma anche per l’interazione della collettività e per l’integrazione culturale, a Palermo li ritroviamo incastonati nel tessuto urbano del centro storico: ad esempio all’interno del mandamento dell’Albergheria troviamo Ballarò, all’interno del mandamento la Loggia vi è la Vucciria e nel mandamento Monte di Pietà troviamo il mercato del Capo.
Questo itinerario vi guiderà al centro del centro di Palermo, in un dedalo di vicoli dove perdersi nello spazio e nel tempo è un attimo. Tuffatevi in queste viuzze e guardate sempre in alto, vedrete quanto affascinante è Palermo.
Mercato della Vucciria
Vi accompagniamo nel mercato storico più famoso di Palermo, la ‘Vucciria’. Il più noto mercato del capoluogo siciliano si trova nell’antico quartiere della Loggia fra Via Roma, la Cala, il Cassaro e Piazza San Domenico. Qui un concentrato di colori, di odori, di sapori, di voci antiche incantarono persino il pittore bagherese Renato Guttuso (1912-1987), che nel 1974 immortalò la Vuccirìa in uno dei suoi quadri più apprezzati. Sembra che la ‘Vucciria’ sia nata tra il X e l’XI secolo, per la vicinanza al porto che stimolò l’insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani sino al XII secolo. Questi hanno lasciato qui la loro impronta nei nomi di molte strade (via Chiavettieri, via Materassai, via dei Tintori). Il nome sembra derivare dal francese ‘boucherie’ che significa macelleria, dato che era destinato al macello e alla vendita delle carni e solo in un secondo tempo fecero la loro comparsa anche il pesce, la frutta e la verdura. Non mancano però, quelli che sostengono che il nome riflette invece, la confusione che vivacizza ogni mercato, ‘vucciria’ appunto che in siciliano significa ‘baccano’.
Nel corso dei secoli questo luogo ha subito diverse modifiche. Il viceré Caracciolo nel 1783 ad esempio decise di cambiarne l’aspetto, soprattutto della sua piazza principale, che prese il suo nome. Intorno alla piazza si costruirono dei portici che ospitavano i banchi di vendita ed al centro fu sistemata una fontana.
Il mercato più antico e popolare di Palermo si estende in Piazza Caracciolo e dintorni, nasce come bottega della carne, una volta chiusa da arcate oggi completamente all’aperto, in cui la merce (carne, pesce, frutta) viene esposta in tipiche bancarelle su apposite lastre di marmo chiamate “BALATE”.
La Vucciria è anche il più dimesso dei tre, con un’atmosfera popolare, carretti ambulanti che vendono stuzzichini, qualche bancarella di frutta e verdura. Vecchie cose che qualche anziano commerciante prova a (ri)vendere.
Mercato del Capo
Il mercato del Capo, insieme a Ballarò, è il mercato più frequentato della città. Parte da Porta Carini, adiacente al Tribunale, e si estende in tutta la zona che va verso la cattedrale e il monte dei pegni. Caratteristiche le stradine addobbate di tutte le mercanzie possibili e immaginabili.
E’ il Più suggestivo, secondo noi. Qui vedrete bancarelle colme di frutta e verdura di stagione, mani esperte che affettano tonni luccicanti, pesce spada e acciughe. Lunghe file di ordinate bancarelle espongono formaggi, vasi colmi di grosse olive, mazzi di origano essiccati che profumano dell’estate appena finita.
Mercato di Ballarò
Nei pressi della stazione centrale di Palermo, nel cuore del quartiere dell’Albergheria, si trova il mercato di Ballarò, che si estende da Piazza Casa Professa alle mura ciquecentesche di corso Tukory, verso Porta Sant’Agata.
Una passeggiata a Ballarò è l’occasione per tuffarsi nel passato ed esplorare la storia della Sicilia. Infatti, si tratta probabilmente del più antico mercato alimentare di Palermo, di cui scrive, nei suoi appunti, Ibn Hawgal, un viaggiatore arabo del X secolo. Ballarò prende il nome da ‘Bahlara’, un villaggio vicino Monreale, cui giunsero i primi mercanti arabi, e Segel-Ballarath, ovvero ‘mercato di Balhara’, il luogo in cui i commercianti e i contadini di quel villaggio vendevano i loro prodotti. Secondo un’altra affascinante teoria, il nome deriverebbe dal titolo dei sovrani della regione indiana del Sind, ‘Ap-Vallaraja’, per via delle spezie che si vendevano. Nel 1743, sembra che il quartiere abbia dato i natali a Giuseppe Balsamo, noto come Conte di Cagliostro, personaggio famoso in Europa per le sue arti di negromante, che fondò la massoneria di rito egizio. Ancora oggi nel mercato, si possono trovare indicazioni per visitare la casa natale del ‘Conte’.
La storia e la vera anima del quartiere si trova comunque, nei suoi vicoli stretti e nei suoi angoli oscuri, tra le case basse e fatiscenti e tra le splendide chiese e le edicole votive, tra le macerie dei palazzi sventrati, a volte abitati solo in qualche piano che sembra stia per crollare. Spettacolare anche il mercato, vivace come quello della Vucciria, con i colori accesi della frutta che si mischiano alle sfumature argentate del pesce, con i suoi suoni, le voci e gli odori di carne, pesce e arance.
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